La grandule è lunga 24-28 centimetri e pesa intorno ai 175-240 grammi. La livrea è simile nei due sessi: il maschio ha capo, collo e petto di un color marroncino tendente al verde oliva; una caratteristica linea bianca divide il petto dal ventre bruno; il dorso e le ali sono marroni tempestati di macchie grigio perla. Le sole evidenti differenze con la femmina sono le leggere striature che questa porta sul capo e sul collo, e le strisce che le solcano la maggior parte del dorso e del ventre. È un piumaggio tipico delle zone semidesertiche che permette agli uccelli un’eccellente mimetizzazione su sabbia e sassi, e inoltre li isola da caldo e freddo. Il becco è piccolo e grigio.
Habitat e area di distribuzione
Habitat e area di distribuzione
La grandule di Namaqua è diffusa nell’Africa sudoccidentale, soprattutto in Angola, Namibia, Zimbabwe, Botswana, Lesotho e Sudafrica occidentale. Vive nel deserto in condizioni estreme, sopportando per ore temperature di oltre 50°C, ma a differenza di altre grandule, la si può incontrare anche in zone relativamente più umide, come il limite della savana.
Nutrizione e riproduzione
Nutrizione e riproduzione
Si nutre esclusivamente di semi che va a cercare nelle zone bagnate da piogge. Beve una volta al giorno, dopo l’alba, quando l’umidità si deposita sull’erba o sui cespugli, ma alcuni individui resistono senza acqua anche per cinque giorni, ricavandola dal cibo. Le grandule formano colonie di migliaia di individui che vengono attirate dal richiamo di pochi, e in volo raggiungono la velocità di 70km/h. Una volta formata, la coppia costruisce un nido in terreno aperto, scavando una piccola fossa guarnita di ciottoli e vegetazione secca. Le uova deposte, in genere 3, vengono covate alternativamente da femmina (di giorno) e maschio (di notte). Il periodo d’incubazione è di circa 20 giorni. Dopo altri ventiquattro il piccolo abbandona il nido, ma non essendo in grado di procurarsi l’acqua da solo, dipenderà dal padre ancora per altre due o tre settimane, cioè fino a quando imparerà a volare.
Il trasportatore d'acqua
Il trasportatore d'acqua
A causa della scarsità delle pozze d’acqua il maschio è costretto a percorrere in volo diversi kilometri (fino a 80 Km). L’acqua è indispensabile per la sopravvivenza di ogni animale e della propria prole. Il mascho quindi si assume il gravoso compito di portare l’acqua ai piccoli nidiacei non ancora in grado di volare.
Ma come trasportare l’acqua per molti kilometri senza perderla per strada? Il grandule utilizza uno stravagante modalità di trasporto: le piume del petto sono impermeabili per la presenza di una sostanza oleosa. In altri termini la superficie delle piume rivolta verso la cute è caratterizzata da un fine intreccio di minuti filamenti. Quando l’uccello raggiunge l’agognata pozza d’acqua deve innanzitutto inibire il potere impermeabilizzante delle piume del petto. A tale scopo strofina le suddette piume nella sabbia. Quindi inizia a bere. Ovviamente prima occorre soddisfare il proprio fabbisogno idrico fisiologico. Poi il grandule pensa ai propri figli. Entra in acqua e cerca di bagnare il più possibile il ventre evitando di coinvolgere le ali e la coda per poter volare successivamente. L’acqua è assorbita dalla trama di filamenti. A questo punto l’uccello è pronto per il viaggio di ritorno. Al suo arrivo i piccoli estraggono il liquido dalle piume del suo ventre quasi come mammiferi.
Quindi il maschio, dopo aver “svuotato il carico”, si asciuga al sole. Questo trasporto è essenziale fino a quando i pulli non avranno effettuato la prima muta, cioè a circa due mesi dalla nascita. Solo allora potranno volare da soli per procurarsi l’acqua.
Status – RISCHIO MINIMO (LEAST CONCERN)
Status – RISCHIO MINIMO (LEAST CONCERN)
Bibliografia
D.ATTENBOROUGH. 1998. La vita degli uccelli . DeAgostini. P.p.278-279
Fonti
IUCN. 2015. The IUCN Red List of Threatened Species. Version 2015-4. www.iucnredlist.org. Downloaded on 19 November 2015
Photo by Alastair Rae
Photo by thinkstockphotos
- 3shares
- 3